Jólabókaflóð: il Natale dei lettori

art1Il Natale è sempre un periodo traumatico per i lettori. Parenti e amici tentano ingenuamente di farti il regalo perfetto scegliendo il primo libro che capita sotto i loro occhi, fiduciosi del fatto che tu sei un lettore e quindi apprezzerai la loro scelta, qualsiasi essa sia. La catastrofe più grande è annunciata da un grazioso pacchetto dalla forma rettangolare che di solito delude le aspettative rivelandosi l’ultima trovata commerciale, caldamente consigliata da uno sprovvedutissimo commesso della Feltrinelli.

Come salvare il Natale di un lettore? Come evitare la pietosa pantomima dei ringraziamenti più falsi dei panettoni cinesi? La soluzione si trova nella più insospettabile delle nazioni: L’Islanda.

Oltre ad essere la nazione dei vulcani, delle città impronunciabili (Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch, per esempio) e i Sigur Ros, l’Islanda nasconde una qualità nascosta: è la nazione dove si producono la maggior quantità di libri pro capite nel mondo ed il 60/70% di essi è pubblicato nel periodo natalizio.
Questo particolare fenomeno è detto ’ Jólabókaflóð’ che si traduce letteralmente come ‘inondazione di libri’, una tradizione che risale al periodo di austerità che seguì la fine della Seconda Guerra Mondiale in cui le importazioni erano severamente tassate- fatta eccezione per la carta. Ecco come un libro si è trasformato nel regalo perfetto, anche a livello economico.
Oggi, la tradizione si mantiene viva grazie agli 800 titoli pubblicati approssimativamente tra i mesi di Novembre e Dicembre e grazie alle case editrici che producono degli speciali cataloghi natalizi che ogni famiglia riceve gratuitamente a casa. Questi cataloghi sono detti bókatíðindi ed ogni copia contiene circa il 90% dei libri pubblicati ogni anno.

In Islanda, gli scrittori sono ben rispettati ( e pagati!) e scrivono di tutto: saghe, poesie, libri per bambini, narrativa e perfino libri erotici- ma i libri più venduti sono i thriller.
Solvi Bjorn Siggurdsson, scrittore islandese, crede che gli scrittori debbano molto al passato: ‘’ Siamo una nazione di cantastorie. Quando era buio e faceva freddo, non avevamo nient’altro da fare e grazie alle saghe medievali e alle leggende popolari, siamo vissuti circondati da storie.’’ Dopo l’indipendenza dalla Danimarca nel 1944, la letteratura aiutò la nazione a definire la sua identità e successivamente essa è diventata una fonte di orgoglio nazionale.

Immaginate quindi di ricevere una montagna di libri in regalo e passare il resto della nottata di Natale leggendoli: suona bene, no?