The danger of a single story.

Dopo aver ascoltato le parole di Chimamanda Adichie, mi sono sentita immediatamente in colpa. Pensando alla mia libreria, ho realizzato di essere anche io figlia della storia unica, vittima degli stereotipi: la mia dieta letteraria si basa prevalentemente su autori occidentali, alcuni americani, scrittori quasi sempre maschi, bianchi, benestanti.  Ciò che leggo è intriso indirettamente dal punto di vista occidentale, che, per quanto tollerante e assolutamente antirazzista possa essere, rimane diffidente verso ciò che supera i ”sacri” confini dell’Unione Europea (lo stesso vale per il presunto melting pot americano). Anche il mio sguardo sull’Africa è quindi di pietosa compassione, di lacrimevole indignazione verso stupri, massacri e guerre, alimentata dai reportage strappalacrime dei quotidiani e e dalla vox populi dei social network.

Chimamanda mi ha dato una bella lezione, uno schiaffo morale, nella sua sincera umiltà: come tutti, ammette di inciampare continuamente di fronte a stereotipi e banali generalizzazioni che etichettano, incasellano, ingabbiano popoli, culture, tradizioni in una sola storia. Una sola misera storia che risulta quindi non sbagliata ma incompleta poichè rappresenta una sola faccia di una medaglia dagli infiniti volti.

Come vincere quindi l’eloquenza di una storia che sembra fagocitare tutte le altre semplificando la realtà fino all’osso? La letteratura è la risposta. Raccontare e leggere storie che trattano di punti di vista diversi, situazioni differenti, personaggi lontanissimi da noi ci rendono coscienti dell’infinità varietà che ci circonda. Essere coscienti della propria identità culturale e non stigmatizzare le altre: la lettura è l’antidoto al razzismo, all’ignoranza e allo stereotipo. Bisogna solo fare lo sforzo di aprire un libro e farsi curare.

downloadUn consiglio medico: La bellezza delle cose fragili di Taiye Selasi. A dispetto del titolo da romanzetto rosa (il titolo originale, Ghana must go, vi avrebbe convinto di più), il tema centrale del libro è la progressiva disgregazione e repentino ricongiungimento di una famiglia afroamericana in seguito alla morte di uno dei suoi componenti. Il messaggio di Chimamanda in questo romanzo non potrebbe essere più forte: lo sradicamento dalla propria patria ed il ritorno con una nuova identità, la pluralità di realtà possibili in un paese africano che è tipicamente sinonimo di mosche e polvere e ciò che significa essere straniero ovunque, soprattutto a casa tua.

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