Dieci domande molto imbarazzanti

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Il ”Liebster Award” è un premio che viene conferito da un blog ad un altro e via dicendo affinché ci sia la possibilità di conoscerne il più possibile. Il testimone mi è stato passato da The Lark and The Plunge (che ringrazio molto!) ed in teoria, dovrei nominare altri dieci blog: purtroppo non ne conosco così tanti quindi mi limiterò a rispondere alle dieci domande che mi sono state fatte. Eccole:

1. Quanto metti di te stessa/o nel blog? Pensi mai a come ti immagina chi ti legge?

Sono molto attenta a ciò che metto di me stessa nel blog e cerco di dosare la mia personalità: Internet non è un luogo giusto per rovesciare dentro tutti gli aspetti della mia vita personale, nonostante l’esibizionismo condiviso dei social network. Penso spesso a come pormi davanti a un immaginario ”pubblico” e quando scrivo cerco di essere la versione più autentica di me, senza scivolare nell’esibizionismo.

2. Non provi un po’ di nostalgia quando scrivi, pensando che una volta lo si faceva su diari e fogli sparsi, che poi vengono ritrovati secoli dopo e diventano così incredibilmente affascinanti?

La questione ”diario” è molto spinosa per me: da piccola ne ho tenuti tantissimi, poi ho smesso all’improvviso ed ora sto lentamente cercando di ritornare alla gioia del tenere un resoconto personale che , forse, un giorno sarò felice di sfogliare di nuovo. Ho molti pensieri a proposito – perché sono sostanzialmente inconstante e ho abbandonato decine di diari a metà mentre un’altra parte di me vorrebbe annotare ogni secondo di ogni minuto di ogni ora per non dimenticare mai nulla- quindi tenetevi pronti per un lunghissimo post a proposito, prossimamente su questi schermi.

3. Pensi di essere in grado di lasciare un segno indelebile del tuo passaggio in questo mondo?

Questa è una domanda esistenziale grandissima!                                                                Ci sarebbero vari modi di assicurarsi una pagina nella storia mondiale: dalla semplice trasmissione del mio unico patrimonio genetico alla creazione di un’opera che sopravviva a me stessa e che trasmetta la mia voce nel futuro. Ma non pendo si essere così ambiziosa: penso che sarò principalmente ricordata come la zia Roberta, quella con un occhio particolare per i regali ed i difetti delle persone.

4. Credi che le mie prime tre domande siano troppo serie? Ne vorresti una un po’ più light (la prossima ti lascerà senza parole)?

Sì, questi quesiti esistenziali mi uccidono!

5. Appartieni a quale di queste categorie? Prima categoria, ho letto le 50 sfumature per poterlo criticare e ora lo critico a man bassa; seconda, ti pare che leggo quella roba? terza, di cosa stai parlando? (mi rifiuto di inserire una categoria per quelli a cui è piaciuto, non ce la posso fare, mi dispiace)

Penso di aver risposto benissimo in questo post, ma riassumendo: ”Ho letto un sacco di commenti su Internet a proposito (perché sono essenzialmente masochista, lo ammetto) e quello che mi ha colpito di più difendeva la trilogia dicendo che ‘anche nel passato, opere che noi oggi riteniamo eccezionali e studiamo come classici della letteratura, sono stati criticati aspramente e non compresi’. Mi rifiuto di credere che la nostra debba essere ricordata come la generazione di 50 sfumature di Grigio quando in giro ci sono romanzi ben più interessanti che vengono declassati e snobbati dall’editoria.”

(quanto fa figo autocitarsi? Ora capisco gli scrittori seri!)

6. Se potessi scegliere di cambiare il finale di un libro, quale cambieresti?

Ho recentemente letto il libro da cui è tratto l’omonimo film ‘Gone Girl: L’amore bugiardo’ e (spoiler), se la trama è ricca di colpi di scena (nell’esatta metà del libro giri pagina e vorresti piangere, strapparti i capelli e picchiare l’autrice), il finale mi ha deluso un po’. Forse avrei voluto l’estrema prova della natura da psicopatica di Amy o un riscatto finale di suo marito: di certo una storia così potente non dovrebbe finire in maniera così banale.

7. Greci o Troiani?

Cud iu plis ripit de qqestion?

8. Immagina di avere la possibilità di essere per un giorno un’altra persona.  Chi saresti?

Ogni tanto penso che sarebbe bello una persona diversa, più semplice, naturale, una che ascolta Tiziano Ferro e non si fa tante domande su ciò che la circonda (e sul significato dei testi della canzoni di Tiziano Ferro), senza desideri complessi e ideali astrusi. Poi lascio perdere.

9. Chi sono i tuoi modelli di vita? Valgono anche i personaggi di finzione.

Ecco una breve panoramica delle mie eroine (letterarie e non): Prisca Puntoni, protagonista del mio libro preferito quando ero bambina ovvero ”Ascolta il mio cuore” di Bianca Pitzorno e la sua mitica tartaruga Dinosaura; Lizzie Bennet di Orgoglio e Pregiudizio ; Otilia, la niña mala di Mario Vargas Llosa in ”Travesuras de la niña mala” (titolo intraducibile in italiano se non si vuole scadere nel triste scaffale dei romanzetti rosa) ;  e soprattutto Holly Golightly di Colazione da Tiffany (”Vuoi sapere qual è la verità sul tuo conto? Sei una fifona, non hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora, che si deve appartenere a qualcuno, perché questa è la sola maniera di poter essere felici. Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa.’‘)

10. Qual è una categoria di persone che proprio non sopporti e con cui non riusciresti ad avere uno scambio di opinioni?

E’ molto semplice:

salvini

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